Buoni propositi per il 2016

Quando qualche anno fa ho conclusotriathlon il mio primo e unico Ironman completo a Zurigo mi ero ripromesso – e avevo promesso – di piantarla lì: “Ho già dato. Basta così. Non lo faccio più”. Ma nella vita niente accade per caso. Qualche giorno fa a Roma ho conosciuto Matteo Gerevini. Personaggio poliedrico, bocconiano appassionato di sport, con le radici mantovane ben piantate ma l’anima aperta al mondo…

Matteo a un certo punto della sua vita si è inventato i chip, quelli che noi usiamo nelle gare di resistenza,prendendo ispirazione dai sistemi usati dalle grandi società di movimentazione merci. Così negli anni Novanta ha creato la Winning Time. La società da Mantova si è allargata tanto e dopo le prime maratone è diventata uno standard di riferimento per le granfondo e poi e poi, fino a seguire i mondiali di Atletica e fino a espandersi con sedi in Europa, Sud Africa e Stati Uniti. Matteo che non sta mai fermo a un certo punto ha venduto la società… e dopo si è inventato le Granfondo negli Stati Uniti. Fino al 2008, le granfondo negli States erano più o meno così: con un volantino di carta stampata da qualcuno ci si ritrovava, attraverso il passaparola, pronti a partire nel parcheggio di un Mall. L’arrivo di solito era una striscia di di tessuto verniciata con lo spray. E via si andava. Senza blocchi per il traffico, fermandosi al rosso dei semafori. Insomma una cosa molto hipster-artigianale. Matteo ha pensato di organizzare le Granfondo in stile italiano. Le gare cominciavano così: alla partenza i ciclisti erano scortati da Ferrari e Ducati (coinvolgendo i club locali di appassionati di moto e auto italiane) sulle note di Pavarotti (Vinceroòòòò)… E finivano con Prosecco e pasta italiana. Un tripudio. Le prime le ha organizzate a San Diego, poi L.A. New York etc etc  facendo arrivare ogni volta dall’Italia una celebrities legata al mondo delle due ruote italiano (Colnago in persona presenziò una delle Granfondo e al termine firmò autografi su magliette e i telai bici Colnago dei collezionisti americani). A un certo punto, anche qui, Matteo decide di vendere. E di ritornare nella sua Mantova. Ora ci riprova con un’altra idea, frutto di uno dei suoi amori giovanili: il triathlon. Il 5 giugno organizza il primo triathlon full distance del circuito Challenge in Italia. La città scelta è quella dove ho corso la mia prima Maratona: Venezia, ormai più di 15 anni fa. E allora mi sono detto: perché no. Perché non riprovarci. Ma visto che, come diceva il mio amico neurologo Sandro Sgriccia “se non son matti non li vogliamo”, mi sembrava poco fare solo un triathlon sulla lunga distanza. L’ho già fatto, che cosa cambia? E allora ho deciso di raddoppiare. Di provare in pochi mesi, a 51 anni compiuti, a concludere due triathlon sulla lunga distanza. Che è, lo ricordo, una gara di endurance con tre prove consecutive di nuoto, bici e corsa su queste distanze 3,8 km nuoto, 180 bici senza scia e 42 km della maratona finale, la ciliegina sulla torta. Non lascio ma raddoppio. E dopo il 5 giugno al Challenge di Venezia, il 16 ottobre sarò alla partenza del primo Ironman full distance che si corre in Italia, a Civitavecchia, presentato pochi giorni fa.

Oggi ho cominciato ad allenarmi pensando a questi due appuntamenti. E proverò ad arrivare fino in fondo. Non è facile decidere di fare un Ironman perché cominciano mesi e mesi di lunghi allenamenti. Di vita semi-monastica. Concentrata e dedicata alla fatica e allo sport. Con i tempi contingentati per tutto il resto. Forse è più difficile la fase di preparazione di un Ironman che la gara in sé. Per quanto faticoso, il giorno della gara è una festa e, in fondo, è divertente. Una giornata in cui tutto quello che hai preparato per mesi magicamente prende forma.

Di seguito riporto il bel video doc di un mio amico, Carlo Brena. Carlo racconta con la magica camera di Walter Cerutti, la sua personale sfida all’Ironman in Svezia lo scorso anno, per i suoi 50 anni, a dieci anni esatti dal suo primo Ironman. Anche lui, alla fine ci è ricascato. Buona visione

Qui trovate il racconto del mio primo Ironman a Zurigo. Anno domini 2012

  • lorenzo |

    In bocca al lupo Riccardo!

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